Appoggia per un po’ quel telefonino
Perchè aspettare, se “chiunque altro” ha uno smartphone e vostro figlio ne desidera ardentemente uno? C’è chi sostiene che gli adolescenti alla fine useranno lo stesso i social, quindi tanto vale prendergli un telefonino subito. Tuttavia, questo argomento ignora l’impatto fra lo sviluppo nella prima adolescenza, 11-14/15 anni, e i social media. Le scuole medie sono sempre state un periodo delicato di ricerca della propria identità e di prepotenze, e con l’ingresso in scena dei social media può venire fuori una polveriera. Ecco perche’ i collegamenti fra utilizzo dei social e depressione sono particolarmente stretti fra gli adolescenti più giovani. E’ meno probabile che i social abbiano un qualche effetto sull’emotività dei più grandi che sono anche più sicuri di sè. Considerando l’accento che si pone sulla sessualità online- i selfie che inquadrano parti provocanti, le richieste di vedere foto di nudi e i like dati ai post sessualmente provocanti su Instagram - sarebbe utile risparmiare ai primi adolescenti quella pressione ancora per qualche anno. Se vogliono essere sui social, la soluzione potrebbe essere quella di iscriversi da pc. I ragazzi possono dare un’occhiata, ma il pc non ce l’hanno sempre in tasca o in mano come uno smartphone.
Un uso sporadico non dovrebbe essere nocivo; l’utilizzo di strumenti elettronici è collegato all’infelicità e ad alcuni problemi psicologici solo se supera le due ore al giorno. Se queste limitazioni vi sembrano storie di anteguerra, considerate questo: gli amministratori delegati di molte aziende che producono tecnologia regolano con grande severità l’uso che i loro figli ne fanno. Quando nel 2010 Nick Bilton, giornalista del “New York Times”, parlo con Steve Jobs, cofondatore e amministratore delegato, ai tempi, delle Apple, gli domando se ai suoi figli piacesse l’iPad. “ Non l’hanno ancora usato, -rispose Jobs. - A casa, i nostri figli possono usare la tecnologia solo entro certi limiti”. Bilton ci rimase di sasso, ma in seguito scopri che anche parecchi altri esperti del settore limitavano il tempo che i figli passavano davanti allo schermo, dal cofondatore di Twitter all’ex direttore delle rivista “Wired”. Quindi anche le persone che amano la tecnologia e ne ricavano di che vivere -sono abbastanza prudenti da non consentire ai figli di usarla troppo. I social media e l’uso degli strumenti elettronici sono collegati a tassi più alti di solitudine, infelicità, depressione e rischio di suicidio. Alcuni sostengono che i social media piacciono anche agli adulti e non può esserci niente di male. Il che ovviamente non è vero. Anche il cibo spazzatura piace, ma questo non significa faccia bene alla salute. Ricordiamoci che le aziende che sviluppano i social media sono dirette da persone che vogliono trarne un profitto. Ogni volta che un una nuova app prende piede perche’ gli adolescenti stanno svegli tutta la notte a usarla, quelle aziende, ci guadagnano. Sono solo i nostri ragazzi e perderci. Questo potrebbe essere vero soprattutto per le ragazze, che sono le prime consumatrici di social media e anche le prime a soffrire dei problemi psicologici che ne derivano
Bibliografia: “Iperconnessi” , Jean M. Twenge